Il dialetto romano è una lingua che vanta una tradizione poetica, teatrale e musicale piuttosto significativa. Gli autori che hanno avuto un peso specifico notevole nel panorama letterario romano sono conosciuti anche oltre i confini della città. Parliamo di scrittura declinata non solo in senso letterario stretto ma anche nelle forme della drammaturgia e della canzone. In particolare nella musica, si può testare facilmente come ci sia un filo tutt’altro che sfibrato che dagli stornelli romani conduce al cantautorato fino ai gruppi contemporanei di rap e rock. Il romanesco vive dunque di una vita che trascende i tempi e le mode, adattandosi ai cambiamenti linguistici cui, gioco forza, ogni dialetto è destinato.
Se questo è vero, perché organizzare un concorso per testi scritti in romanesco? La ragione che sottende a questa iniziativa è quella di incoraggiare e promuovere la scrittura di testi che possano dare ragione di un rinnovato interesse per il teatro romanesco, la poesia romanesca e la canzone romanesca, in una doppia chiave: raccogliere le nuove tendenze linguistiche del parlato contemporaneo e recuperare il patrimonio della tradizione in modo creativo. In questo senso, non si tratta certamente di stravolgere i sonetti di Trilussa o gli stornelli romani famosi, ma piuttosto farsi ispirare da questi testi cercando di trovare in essi nuovi impulsi per approdare a qualcosa di originale.
L’originalità sarà un criterio che orienterà la scelta dei testi per cercare nuovi autori. Originalità che possa esprimere sia lo spirito della romanità, nella sua dimensione contemporanea e in quella storica, sia la ricchezza acquisita dalla lingua nella stratificazione generazionale che ha portato anche alla nascita di un vero e proprio slang.
L’incoraggiamento a rintracciare il passato nel nostro presente non ha solo lo scopo di tenere viva una ricca tradizione linguistica ma vuole anche rigenerare e dare nuovo impulso all’attività stessa della scrittura in dialetto romano. Gli autori sono dunque chiamati a cimentarsi nella scrittura di testi che possano esaltare le caratteristiche di una romanità che non si è fermata all’arguzia dei sonetti o alla leggerezza degli stornelli, ma si è ispessita della rabbia delle periferie in certe canzoni rap o si è fatta portavoce delle nuove istanze delle generazioni contemporanee in alcuni testi teatrali. Una lingua che ha saputo vestire nel tempo abiti diversi connotando tuttavia tipologie di personaggi e atteggiamenti sempre riconducibili fortemente alla romanità. Una romanità diversa nelle sue forme ma sempre forte di un carattere che è quello della città.
Tra i concorsi letterari 2023, questo vuole essere un’occasione, non solo perché si colloca tra i concorsi letterari gratuiti, ma perché cerca di dare alla lingua romanesca uno sviluppo organico e più solido.
Roma d’Autore dunque ma anche d’Artista. Seppure il testo sia il nucleo centrale del concorso, si è voluta creare un’appendice che consiste in una messa in scena, presso il Teatro degli Scrittori che la FUIS ha voluto mettere a disposizione per dare alla manifestazione un corredo di visibilità per coloro che supereranno la prima fase di selezione che si concentra sulla scrittura. Si tratta di offrire la possibilità agli autori di dare una veste concreta alle loro parole attraverso l’esibizione su un palco. Allo stesso tempo è una modalità che consente all’autore di testare le potenzialità del testo mettendo in campo la sua sensibilità e la sua creatività per valorizzare la sua opera. L’artisticità vuole perciò denotare la completezza di un percorso che rende l’opera fruibile non solo su carta ma anche nella sua realizzazione al cospetto di un pubblico.
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